mercoledì 7 dicembre 2011

I miei problemi son ben peggiori. Qualunque essi siano.

Ogni giorno che passa capisco come la tecnologia, come Facebook, rovini molti rapporti. Che siano d'amore, che siano d'amicizia, che siano di semplice conoscenza. Una volta quando troncavi un'amicizia, un rapporto, la storia finiva lì: si evitavano contatti visivi, ci si evitava e se c'erano problemi ci si dava un appuntamento e si parlava "Vis-à-vis". Ora no: ora ci si cancella da Facebook, dopo essersi precedentemente aggiunti per, molto probabilmente, essersi fatti gli affaracci altrui, si tagliano i ponti così e tu da un giorno all'altro devi disperarti che il tuo contatore degli amici è sceso di uno, rendendoti - secondo il pensiero di persone con un cervello che farebbe invidia ad un macaco - meno cool, meno figo.
Ora, capiamoci. Per me Facebook è un passatempo, non nego che lo uso anche per impicciarmi, ma son dell'idea che se scrivi dei tuoi affari è per metterti in mostra, o semplicemente perché speri che le persone con cui hai deciso di condividere le tue parole-per chi non lo sapesse, Facebook ha una nuova politica della privacy, ora puoi tenere tra gli amici chi vuoi, ma far leggere quello che scrivi a persone selezionate- le leggano senza malizia, senza cattiveria.
Ma ricordiamoci sempre che, anche se non si hanno rapporti virtuali - che si tratti di Facebook, che si tratti di Google Plus, che si tratti di Twitter - un vero rapporto si può avere come facevano gli antichi, ovvero di persona. E se di persona non funziona, e se virtualmente non funziona, pazienza. Non c'è bisogno di forzare nessuna cosa. Siamo davvero tanti al mondo, io dormo se a qualcuno non vado a genio.
Sia chiaro che io non mi metto in mezzo a nessuna situazione, queste parole erano fiume fermato da una diga. Sta diga s'è rotta, s'è frantumata esattamente come la mia pazienza. Sono dell'idea che chiunque abbia un problema, se realmente vuole risolverlo da persona matura, debba avere il compito di chiarire. Ma non sta a me, i miei problemi son ben peggiori. Qualunque essi siano.

venerdì 24 giugno 2011

Ripreso.

Ho ripreso a far qualcosa di grafica.
Che scempio!!!

giovedì 23 giugno 2011

Riaprendo delle ferite.

Ho deciso di riprendere in mano qualcosa che ho lasciato vuoto, nero, per più d'un anno.
Mi manca scrivere in un blog, usare la tastiera per sfogarmi, usare il computer per togliermi qualche peso.
Sto con te. L'ultima volta che avevo scritto tu non eri entrato nella mia vita. Ora ci sei. In maniera forte son quasi 16 mesi che stiamo assieme.
Ho finalmente passato Architettura 1, Reti ed Economia.
Sto facendo Matematica, supererò anche questo scoglio.
Un anno fa. Che giorno orribile.
Una telefonata, di corsa a Termini a prendere il primo treno.
Non ci volevo credere. Ho rimosso il momento in cui sono entrata e l'ho visto lì, in quella maniera.
Ho rimosso quell'attimo di dolore, forse per un po' di spirito di sopravvivenza.
Ma ricordo quella notte al telefono con Massimo, ricordo le lacrime che si mischiavano ai ricordi. Ricordo quanto sono stata male.
E ricordo il giorno dopo, la mattina più corta della mia vita.
Per egoismo anche se stava male era lì. Per egoismo la pensavamo tutti così.
Ricordo il dolore di mamma. Ricordo che lei era lì negli ultimi momenti.
Ricordo quando l'ho visto l'ultima volta.
Ricordo che era Sant'Antonio, che dovevo uscire ma che son passata per salutarli.
Ricordo che aveva la febbre, che stava male. Ricordo le parole che papà disse a mamma, per esperienza sapeva cosa stava per succedere, per esperienza sapeva che mancava poco. Ma sai, un distacco da una persona così importante come può essere un padre non è una bella cosa per nessuno, anche se sei grande. E' sempre tuo padre. E già vederlo sofferente è una prova d'amore. Forse questo ricordare non fa bene al mio sistema nervoso già perennemente scosso.