giovedì 23 giugno 2011

Riaprendo delle ferite.

Ho deciso di riprendere in mano qualcosa che ho lasciato vuoto, nero, per più d'un anno.
Mi manca scrivere in un blog, usare la tastiera per sfogarmi, usare il computer per togliermi qualche peso.
Sto con te. L'ultima volta che avevo scritto tu non eri entrato nella mia vita. Ora ci sei. In maniera forte son quasi 16 mesi che stiamo assieme.
Ho finalmente passato Architettura 1, Reti ed Economia.
Sto facendo Matematica, supererò anche questo scoglio.
Un anno fa. Che giorno orribile.
Una telefonata, di corsa a Termini a prendere il primo treno.
Non ci volevo credere. Ho rimosso il momento in cui sono entrata e l'ho visto lì, in quella maniera.
Ho rimosso quell'attimo di dolore, forse per un po' di spirito di sopravvivenza.
Ma ricordo quella notte al telefono con Massimo, ricordo le lacrime che si mischiavano ai ricordi. Ricordo quanto sono stata male.
E ricordo il giorno dopo, la mattina più corta della mia vita.
Per egoismo anche se stava male era lì. Per egoismo la pensavamo tutti così.
Ricordo il dolore di mamma. Ricordo che lei era lì negli ultimi momenti.
Ricordo quando l'ho visto l'ultima volta.
Ricordo che era Sant'Antonio, che dovevo uscire ma che son passata per salutarli.
Ricordo che aveva la febbre, che stava male. Ricordo le parole che papà disse a mamma, per esperienza sapeva cosa stava per succedere, per esperienza sapeva che mancava poco. Ma sai, un distacco da una persona così importante come può essere un padre non è una bella cosa per nessuno, anche se sei grande. E' sempre tuo padre. E già vederlo sofferente è una prova d'amore. Forse questo ricordare non fa bene al mio sistema nervoso già perennemente scosso.

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